Chi vive in condominio lo sa: il tema del parcheggio è tra i più discussi e spesso fonte di tensioni.
Ma fino a che punto si può rivendicare il diritto di parcheggiare davanti al proprio box o nel cortile comune?
Una recente sentenza della Corte di Cassazione (sentenza n. 25227/2025) fa chiarezza e mette nero su bianco quali sono i veri limiti e diritti dei condomini.
Il caso
Una condomina voleva parcheggiare la sua auto davanti al garage, in uno spazio comune. Pensava fosse un suo diritto, ma la Corte ha deciso diversamente: nessuno può parcheggiare nell’area comune senza un accordo preciso tra tutti i proprietari.
Quando il rogito parla, la legge ascolta
Il verdetto è chiaro: ciò che non è scritto nel rogito, semplicemente non esiste. Nessun “diritto tramandato” o abitudine può sostituire un atto formale. Se l’area è definita come bene comune, nessuno può rivendicarne l’uso esclusivo.
Il cortile condominiale è uno spazio condiviso: serve a tutti per passare, caricare o scaricare, ma non può diventare il parcheggio personale di uno solo.
Anche se l’assemblea condominiale volesse assegnare un’area comune a qualcuno, potrebbe farlo solo con il consenso unanime di tutti i condomini, non a maggioranza.
Il messaggio è chiaro: meglio un box di proprietà
Questa sentenza ci insegna una cosa semplice ma essenziale: solo chi possiede un box auto privato può godere di sicurezza e libertà d’uso.
Niente più discussioni in assemblea, niente più divieti o multe condominiali. Solo la certezza di avere il tuo spazio riservato, protetto da furti, intemperie e incomprensioni.
Vuoi dire addio alle liti condominali e proteggere la tua auto?
Scopri tutte le nostre soluzioni su www.boxedepositi.it